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Memorie future: il senso del festival

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Cosa abbiamo perso che dobbiamo ritrovare? E’ da questa domanda che ci riconduce direttamente al cinema di uno dei tanti ospiti di questa edizione da record, per numero di proiezioni e presenze, che si è partiti per il viaggio di Corto Dorico 2019. Ecco allora comparire la prima parola: memoria. Memoria, non tanto e non solo, come ricordo lontano, spesso impaludato e vacuo ma come sorgente di un immaginario che dal passato scorre nel presente e sfocia in un’ipotesi di futuro, a volte inquietante, a volte piena di speranze. Memorie future, quindi: questo il tema che segna il tratto profondo di questa edizione, edizione che comincia come un indagine sul reale nel ricordo di uno degli autori più sottostimati e controversi del cinema italiano, Elio Petri, e continua quell’indagine mostrando il meglio del cinema italiano documentario contemporaneo. Amplia quello sguardo, per la prima volta, in un vero e proprio concorso internazionale, Short on Rights in collaborazione con Amnesty International, e lo rielabora attraverso la memoria passata e presente di due grandi maestri del nostro cinema. Infine si sublima in uno spazio chiamato Unicorn Origami che, prendendo spunto dall’immaginario di un film come Blade Runner, ambientato proprio nell’anno 2019, diventerà il luogo dove l’attuale, in tutte le sue declinazioni ambientali e sociali, sarà affrontato, proiettato e discusso per provare ad immaginare un ipotetico futuro che si spera migliore perché, come scriveva il poeta Louis Aragon, “Il futuro in ogni istante preme il presente perché sia una memoria”.

Daniele Ciprì e Luca Caprara – direttori artistici Corto Dorico 2019